I MISTERI PIU’ O MENO “BUFFI” D’ITALIA
Lo spunto per il titolo -ma solo questo- l’ho preso, parafrasando il noto lavoro di Dario Fo, al quale va tutta la mia ammirazione come artista, ma di cui non condivido la estremistica collocazione politica, anche se l’estremismo sembra congeniale alla sua natura, se, come scrive Diego Gabutti su “Il Borghese” (che, ahimè, leggo puntualmente ogni settimana), nel 1944-45, il Nostro Premio Nobel intervenne nella guerriglia “dalla parte sbagliata”, militando nei paracadutisti della G.N.R. e “partecipando a numerose operazioni di rastrellamento di partigiani nella Val d’Ossola e nella Valle Vigezzo, nel Novarese. Questo sì, che è un “mistero buffo”!
Ma non è certo il solo che mi piacerebbe penetrare.
Così, tanto per tornare ai giorni nostri, vorrei sapere come sia possibile conciliare l’auspicato aumento dei posti di lavoro con la riduzione dell’orario a 35 ore settimanali, proposto ed imposto dal Capo di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, il nuovo indiscusso “ago della bilancia” della politica italiana, quando anche i più sprovveduti studenti di economia sono in grado di comprendere che, lavorando meno, si produce anche meno, ma se i costi restano gli stessi, come può riuscire il prodotto ad essere più competitivo sul mercato? Mistero!
Purtroppo, il terremoto che ha devastato anche la nostra bella Umbria ha contribuito a dare un altro fiero colpo alla produzione, distruggendo o, nel migliore dei casi, bloccando per chissà quanto tempo migliaia di imprese produttive.
E non può certo consolare la considerazione che, essendoci molto da ricostruire nei prossimi anni, almeno l’edilizia potrebbe risultare incrementata. Oppure, è in concomitanza con tale eventualità che i nostri oculati (direi meglio “occhiuti”!) legislatori hanno decretato l’aumento dell’I.V.A. sui materiali edili, portandola dall’aliquota (già alta) del 16% a quella del 20%? Mistero!
E mentre le minacce di scure della “finanziaria” sulle pensioni e sui redditi fanno trepidare tante famiglie italiane tra le meno abbienti, come si spiega che i massimi vertici della pubblica amministrazione (dirigenti generali dei ministeri, ambasciatori, prefetti, generali più alti in grado) abbiano scelto proprio questo momento per aumentarsi di un paio di milioni mensili le loro retribuzioni non proprio “da fame”? Mistero!
Altri misteri “ingloriosi” circondano le vicende giudiziarie, originate da fatti di antica e recente data, come i processi per eversioni, mafia, stragi, quelle passate alla storia come “tangentopoli”, “mani pulite” , ”toghe sporche” ; e chi più ne ha, più ne metta.
Conosceremo mai la verità? Mistero!
Molti grandi e piccoli disastri che hanno funestato la vita italiana in tempi più o meno lontani, come quelli di Ustica, della Moby Prince, della maggior parte dei deragliamenti e dei naufragi hanno da noi tendenza ad essere attribuiti -in mancanza di colpevoli- al “fato”: l’inevitabile ed incombente destino che regola gli eventi e difronte al quale l’uomo riconosce la propria impotenza.
Viviamo costantemente circondati da un’atmosfera da tragedia greca!
E’ possibile che, in Italia, tutto quello che succede sia solo da attribuire all’irresponsabilità dovuta all’imponderabile, che, nel nostro generalizzato agnosticismo, siamo portati ad identificare con il “caso”? Mistero!
Eppure, qualcosa, magari poco, penso possa dipendere “anche” dalle nostre azioni.
Così, tanto per chiudere con considerazioni a tinte meno fosche, citerei un paio di esempi.
Il 15 ottobre testé decorso, Gianni Scipione Rossi, “lettore” del GR2, dette notizia che era stato recuperato un celebre quadro rubato, del pittore fiorentino “Benozzo Gazzòli” (leggi Gòzzoli). Ancora peggio, un “giornalista” de “Il Messaggero” del 18 successivo riportava l’iscrizione da lui “letta” sulla campana piccola del crollato “Torrino” di Foligno: “De fulgore et tempestate libera non Domine” (anziché: “A fulgure et tempestate libera nos Domine”), collezionando un primato da “Guinness” , con ben tre errori su sette parole!
Ma questi benedetti cronisti non sanno leggere? o non sanno scrivere? o non sanno quello che leggono o scrivono? Mistero: ancora una volta, mistero!
(Novembre 1997)