IL PIFFERAIO MAGICO
Sabato 11 Ottobre ho avuto la gradevole sensazione di tornare bambino, anche se non più con la spontanea immediatezza di un fanciullo a cui viene raccontata una bella fiaba, ma con la consapevole certezza della persona matura di trovarsi dinanzi ad un delizioso esempio di come, da uno spunto offerto da una favola, può ricavarsi un autentico, reale capolavoro.
E' questo l'effetto e l'emozione che ha prodotto in me lo spettacolo messo in scena dalla Compagnia Marionettistica di Carlo Colla e Figli, presso il Teatro Sociale.
La nota fiaba del Pifferaio Magico ideata dai Fratelli Grimm, sapientemente rielaborata, ha fatto riaffiorare in me ricordi di un tempo lontano e, nello stesso momento, nuove sensazioni: la eccezionale bravura degli Artisti del Colla ha saputo suscitare, con tanta sognante delicatezza, quell'entusiasmo che non conoscevo da anni.
Da sempre, il nome della cittadina sassone Hamelin, in cui è ambientata la fiaba, ha rievocato in me un'assonanza con quello della nostra Città e la magia della favola dei Grimm ancor più direttamente colpì la mia fantasia di bambino.
Le marionette, magistralmente eseguite con lineamenti caricaturali fra il serio ed il comico, rivestite da variopinti e ricchi abiti degli ultimi secoli del medioevo, curate fin nei minimi particolari, si muovevano, all'interno di stupendi scenari, in un sincronismo ammirevole con un sonoro chiaro e ben articolato.
Qual'è il miglior commento che può formularsi di uno spettacolo tanto insolito quanto affascinante? Lasciamo la parola al suo Regista Eugenio Monti Colla:
"Metafora? Percorso poetico? Suggestione onirica?, forse il Pifferaio Magico vuole essere un poco di tutto questo.... Ma, sopratutto, è stata restituita alle marionette l'antica funzione satirica che, nel passato, le consacrò al ruolo di acute commentatrici degli eventi storici e dei mutamenti sociali. Ma, accanto alla satira, come non cedere allo struggente bisogno di nostalgia, di malinconia e di semplice poesia che questi "oggetti" in movimento suscitano?".
Non è neppure da trascurare l'insegnamento che si è cercato di far scaturire da una tanto piacevole rappresentazione: l'Umanità, che, in ogni tempo -e mai come oggi- è protesa verso il guadagno ed il benessere materiale, deve imparare ad amare e rispettare la Natura che la circonda, mai dimenticando di volgere, di tanto in tanto, lo sguardo verso il cielo stellato.
(Novembre 2003)